Genova: iniziano le cause civili per i risarcimenti
Sono le avanguardie di una nuova slavina giudiziaria che investirà il tribunale di Genova e il ministero dell’Interno. Nei giorni scorsi sono state depositate le prime cause civili contro il Viminale da parte di sei parti offese, manifestanti italiani e stranieri, che dovettero subire l’intera via crucis del G8 genovese del 2001: le botte, il terrore e le false accuse alla Diaz e poi ancora le botte, il terrore e le umiliazioni nel carcere speciale allestito nella caserma di Bolzaneto.
I loro legali nei giorni scorsi hanno depositato le citazioni corredate di documentazione e richieste. In media le istanze di risarcimento, sia per le sofferenze morali che per le conseguenze fisiche, si aggirano attorno ai 200 mila euro a testa. Considerato che le parti offese della Diaz sono 94 e 154 quelle di Bolzaneto, le cifre richieste potrebbero oscillare tra i 20 e i 30 milioni di euro.
Alcuni avvocati hanno anche depositato, a corredo e sostegno di quanto patito dai loro clienti, il dvd del film “Black block” del genovese Carlo A. Bachschmidt che fu uno degli attivisti del Supporto Legale, il gruppo che visionò e catalogò migliaia di immagini e frame di video della notte della “macelleria messicana”. Il film, pluripremiato in Europa, è infatti basato sulle testimonianze dirette di alcune delle vittime.
I primi ad intentare causa sono stati manifestanti inglesi, neozelandesi, spagnoli ed Enrica Bartesaghi, la madre di Sara, una delle ragazze più giovani arrestate e picchiate. Enrica Bartesaghi è anche la portavoce del Comitato Verità e Giustizia per Genova.
Le azioni civili partono oggi, dopo che sono state rese note le motivazioni della sentenza con cui la Corte di Cassazione ha confermato le condanne d’appello nei confronti dei funzionari di polizia, colpevoli di aver falsificato i verbali di arresto e di sequestro per tentare di coprire le brutalità ingiustificate dei celerini. Questi ultimi, grazie alla prescrizione hanno evitato la condanna penale ma non la responsabilità civile.
Il ministero dell’Interno aveva già pagato le provvisionali della Diaz dopo la sentenza d’appello, probabilmente nella speranza di alleggerire la posizione dei super- poliziotti. Non sono invece, state saldate con la stessa celerità le spese legali degli avvocati delle parti offese. E qualcuno ha così deciso di avviare il pignoramento nei confronti dei condannati.
Ottenendo subito un pagamento degli onorari: è capitato con Spartaco Mortola ex capo della Digos di Genova e più di recente con Gianni Luperi (uno degli imputati principali assieme a Franco Gratteri ex capo dello Sco) già dirigente dei servizi segreti che ha sborsato 30mila euro. La decisione di muovere causa direttamente al ministero, obbligherà il Viminale ad attivarsi per richiedere ai suoi ex dipendenti condannati il rimborso di quanto speso in risarcimenti e spese legali.
Anche se non può non apparire paradossale il fatto che, mentre vengono pagati 300 mila euro ad un avvocato difensore per l’assoluzione da un capo di imputazione di un funzionario condannato per le altre accuse, lo Stato abbia vergognosamente ritardato il pagamento delle provvisionali alle 154 parti offese di Bolzaneto. Solo in queste ultime settimane, alcuni di loro che hanno presentato reclamo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, si sono visti recapitare la lettera che annuncia l’arrivo dei soldi. Una mossa ipocrita dettata dalla necessità di non incorrere nelle sanzioni Ue.