15 ottobre: assolto dai reati di devastazione e saccheggio
Si è spezzato per la prima volta il cerchio repressivo che colpisce da 2 anni i compagni e le campagne accusate di devastazione e saccheggio per la manifestazione del 15 ottobre 2011.
La VII sezione Penale del Tribunale di Roma ha emesso sentenza di assoluzione dai reati di devastazione e saccheggio, mentre il PM aveva chiesto condanna a 9 anni, nei confronti di un giovane accusato per i fatti di Roma, avvenuti in occasione della manifestazione nella giornata del 15 ottobre 2011, designata come giornata mondiale degli “indignad@s”.
Quel giorno decine di manifestanti furono colpiti da lacrimogeni lanciati ad altezza d’uomo, inoltre polizia e carabinieri effettuarono i non consentiti caroselli, scatenando la giusta reazione dei manifestanti che si opposero a tali comportamenti.
Il giovane giudicato oggi, è stato condannato per resistenza alla pena complessiva di 2 anni e 6 mesi, con pena sospesa e con l’esclusione del grave reato di devastazione, per il quale è stato assolto perchè il fatto non costituisce reato così come sempre sostenuto dalle difese che per anni si sono battute durante i processi cosidetti di Genova 2001. La devastazione e saccheggio è un concetto e un reato fascista che tutela l’Ordine Pubblico, nell’accezione del regime dittatoriale che imponeva l’obbligo di obbedienza al dittatore. Oggi tale reato deve essere soppresso perchè contrasta con un altro Ordine, che è quello democratico, pluralista e costituzionale che prevede la tutela dei cittadini che esercitano i loro diritti, quali quello di manifestare nelle piazze. E’ importante dire che la sezione del Tribunale di Roma, in altro processo per gli stessi fatti del 15 ottobre aveva condannato un giovane a 5 anni di carcere, pur considerandone la partecipazione in misura minima..
“I poliziotti del G8 risarciscano lo Stato”
Dal Fatto Quotidiano del 5/02/2014 di Ferruccio Sansa
Una delle immagini simbolo del G8: il funzionario della Digos di Genova, Alessandro Perugini, in jeans e polo gialla, che colpisce con un calcio in faccia un ragazzo. “L’ho solo sfiorato”, raccon- terà. Le foto del volto del gio- vane, orrendamente tumefatto, dimostreranno il contrario. Per quel calcio, per quello che avvenne in quei momenti, ieri la Procura della Corte dei Conti di Genova ha chiesto mezzo milione di danni a Perugini e ad altri quattro agenti in servizio con lui a Genova. Una decisione clamorosa: Perugini e i suoi colleghi devono rispondere per il danno di immagine provocato allo Stato e al corpo di Polizia. Non solo: la terribile vicenda del calcio da un punto di vista penale si risolse in nulla. II ragazzo – risarcito privatamente – decise infatti di non sporgere denuncia. Perugini (nel frattempo promosso, come tanti poliziotti coinvolti nei processi del G8) è stato invece condannato in appello a un anno per il falso compiuto subito dopo le violenze: il ragazzo infatti, dopo essere stato pestato, era anche stato arrestato perché accusato di aver lanciato pietre contro gli agenti. Una versione smontata da testimonianze (tra le quali quella di Jovanotti) e da immaginati girate quel giorno. Ma adesso la Corte dei Conti bussa alla porta: mezzo milione per danno all’immagine. La notizia arriva il giorno do- po quella rivelata ieri da Repubblica e dal Secolo XIX: la Procura della Corte dei Conti ha infatti chiesto 350mila euro di danni agli agenti e ai funzionari di polizia responsabili della selvaggia aggressione al giornalista inglese Mark Covell durante l’irruzione nella scuola Diaz. A quei poliziotti, quindi, scampati alla condanna penale grazia all’omertà di corpo, scambiata per spirito di corpo (i giudici dovettero prendere atto dell’impossibilità di individuarli). Ma sembra arrivata l’ora di saldare i conti. Almeno dal punto di vista patrimoniale. La cifra in questo caso è di 350.000 euro, quella che il ministero dell’Interno, a seguito di una transazione, aveva dato a Covell a titolo di risarcimento danni. Ma la vergogna G8 per la polizia non è ancora cancellata. Resta la paradossale vicenda di Michelangelo Fournier. Il vicequestore che, unico, intervenne per fermare il pe- staggio selvaggio della Diaz. Quello che cercò di fare un minimo di chiarezza al pro- cesso parlando di “macelleria messicana”. Tra tutte le azioni disciplinari avviate dopo il G8, quella contro Fournier è quella che è andata più avanti.
2003: otto ultrà condannati per devastazione e saccheggio
Otto ultrà del Napoli ritenuti responsabili degli incidenti del 20 settembre 2003 allo Stadio Partenio di Avellino, nei quali perse la vita Sergio Ercolano, di 19 anni, sono stati condannati dal tribunale di Avellino a pene da tre a nove anni di reclusione per devastazione e saccheggio. Un nono imputato è stato assolto. In seguito agli incidenti la partita non fu disputata.
I condannati sono Pasquale Mauro, Luciano Treglia, Vincenzo Abbruzzese e Giovanni Melotti (nove anni di reclusione ciascuno); Ciro Marigliano (8 anni e sei mesi); Marino Lippiello (6 anni e sei mesi); Salvatore Barbarano (6 anni) e Giovanni Varchetta (3 anni). Assolto Vitale Varchetta per non aver commesso il fatto.
Il collegio giudicante ha anche disposto il risarcimento, per 120 mila euro, in favore del Comune di Avellino; di 10 mila euro per l’associazione di volontariato che prestava servizio in campo; 8 mila euro per ognuno dei carabinieri e agenti di polizia rimasti feriti negli scontri.
La sentenza chiude la terza tranche di giudizi nei confronti di un centinaio di tifosi ritenuti responsabili degli incidenti che si verificarono prima dell’inizio del derby tra Avellino e Napoli, che non si sarebbe poi disputato proprio a causa degli incidenti.
Il pg Monetti: “Procedimento disciplinare per i poliziotti condannati per il G8″
Genova. “Un nuovo procedimento disciplinare” a carico di quei poliziotti che, essendo stati condannati in via definitiva per i fatti della Diaz, a Genova, durante il G8 del luglio 2001 “sono ancora dipendenti dello Stato”, sarà promosso dalla procura generale di Genova, in quanto i procedimenti disciplinari promossi dal ministero dell’Interno non ne hanno disposto (come avrebbero potuto) la destituzione.
Lo ha annunciato il Procuratore generale della Corte d’appello di Genova, Vito Monetti, durante il suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
Monetti ha anche parlato della prescrizione che ha di fatto azzerato la maggior parte delle condanne per le violenze della caserma di Bolzaneto. Per il pg genovese: “Ogni sentenza che dichiara la prescrizione di un reato rappresenta un fallimento per l’amministrazione della giustizia”