La “sindrome del black bloc”

di , 18 giugno 2013 12:25

Di Zeropregi (@zeropregi)
Lettera pubblicata su Il Manifesto del 18 giugno 2013

Caro Manifesto,
ora che con la cassazione di Bolzaneto si sono chiusi tutti i processi riguardanti Genova 2001 credo sia il momento di fare un ragionamento a 360°. Onestamente trovo fastidioso che sistematicamente vengano chiesti commenti esclusivamente ad Agnoletto e/o Casarini, perché quella storia lì è una storia molto più grande di loro, che non riguarda solo loro, una storia di cui, oltretutto, faticano tuttora a capire e comprendere la portata.
Al di là delle responsabilità politiche, che sono non tante, tantissime, rimarrei su quello che la lezione di Genova è realmente stata mentre scorrono immagini via streaming di Piazza Taksim, mentre tutti ci si riscopre solidali con i rivoltosi genovesi, compreso chi all’indomani del 21 luglio accusava parte di quella enorme composizione, di essere fatta di fascisti, infiltrati, violenti, etc etc. La sindrome del Black Bloc ha bloccato e impantanato le manifestazioni degli anni successivi, immobilizzando un movimento nella dicotomia violenza/non violenza, come se il tutto fosse un problema di schieramenti e non di pratiche o di percorsi politici e radicali.
Se ora ci ritroviamo con 10 persone (di cui 3 in carcere) con condanne che vanno dagli 8 ai 15 anni è anche grazie al fatto che nessuno ha voluto assumersi la loro difesa. Abbiamo preferito formare comitati che chiedevano verità e giustizia, legittimo sia chiaro, ma creando un cortocircuito: come è possibile chiedere verità e soprattutto giustizia, a uno Stato che negli anni, attraverso i propri corpi delle FDO, ha insabbiato, coperto, depistato e soprattutto promosso i “protagonisti” delle giornate genovesi?
Invece di aprire una discussione e una riflessione sulla pericolosità del reato di devastazione e saccheggio (art 419) o sul fatto che sia assente il reato di tortura dal nostro codice penale, si è preferito creare steccati e dare patenti di legittimità tra le diverse pratiche di piazza, come se una fosse migliore di tutte le altre. A prescindere. Abbiamo dovuto avere i casi Aldrovandi, Uva, Bianzino e Cucchi, per accorgerci che si può morire durante un fermo, in caserma o in carcere. Per accorgerci che si può essere torturati senza che nessuno venga nemmeno accusato di nulla, in quel caso si tratta di “eccessi”.
Neanche abbiamo avuto il coraggio di aprire una riflessione o una discussione sul come stare in piazza, sul come tutelarci, sul come non morire più o essere condannanti a 15 anni per aver danneggiato cose. Niente di tutto questo.
Per fortuna la lezione Valsusina insegna che si può essere radicali, decisi e compatti. Che non si deve per forza trovare una mediazione con chi con te non vuol mediare. Che non serve accattivarsi i media mainstream perché tanto al momento opportuno sapranno con chi schierarsi e non succede mai che si schierino con i Movimenti.
Chiudo pensando prima di tutto a Marina, Alberto e Gimmy, attualmente in carcere per i fatti del G8. Ma soprattutto sperando che Il Manifesto non si accontenti di narrare solo la cronaca, ma che dia spazio alla riflessione e alla discussione.

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14 giugno cassazione Bolzaneto

di , 11 giugno 2013 13:17

bolzaneto_328Il 14 giugno prossimo si concluderà davanti alla  Corte di Cassazione di Roma il processo contro i poliziotti, agenti della penitenziaria e medici responsabili delle torture fisiche e morali infitte ai manifestanti contro il G8 del 2001 a Genova, all’interno della caserma Bolzaneto, utilizzata come lager di detenzione provvisorio secondo i piani di sicurezza di quel vertice del G8.

In quel carcere improvvisato, 250 manifestanti trascorsero quattro giornate infernali, chiusi in cella, senza possibilità di avvisare avvocati o parenti, sottoposti ad ogni genere di vessazione e tortura.

Nel processo, sono 44 gli imputati coinvolti, tra medici, agenti di polizia penitenziaria, poliziotti. Solo sette sono stati riconosciuti penalmente responsabili perché per gli altri i reati sono stati prescritti. Per tutti, resta la responsabilità civile nei confronti delle attiviste e degli attivisti massacrati nel lager di Bolzaneto. I sette poliziotti già condannati in appello sono l’assistente capo della polizia Massimo Luigi Pigozzi, gli agenti di polizia penitenziaria Marcello Mulas e Michele Colucci Sabia, il medico Sonica Sciandra e gli ispettori di polizia Matilde Arecco, Matio Turco e Paolo Ubaldi.

Gli imputati sono stati tutti condannati per lesioni personali, con pene che vanno da 1 anno a 3 anni e 2 mesi.

Quello di Bolzaneto è l’ultimo dei processi dopo Genova ad arrivare a chiusura, dopo quello per le brutalità commesse all’interno della scuola Diaz e  quello contro i 10 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio.

Ancora una volta, come accaduto già per la sentenza Diaz, si omette di considerare l’intera catena di comando che a Genova, in quei giorni di luglio del 2001, decise di trasformare la città in un immenso laboratorio repressivo. Da allora infatti decine sono state le morti nelle caserme, nei commissariati e nelle strade, omicidi e sevizie commesse da esponenti delle forze dell’ordine, forti di 12 anni di impunità e la recente sentenza Cucchi ne è dimostrazione. Questo mentre tre persone sono in carcere e una ai domiciliari per essere stati condannati per i reati di devastazione e saccheggio durante quelle giornate di Genova.  Perché in questo paese una vetrina vale più di una vita umana.

Venerdi dalla mattina saremo a Piazza Cavour a seguire la Cassazione per le torture di Bolzaneto.

Perché Genova non è finita

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Da Bercellona per 10×100

di , 10 giugno 2013 08:25

Da Barcellona per la campagna 10×100 in solidarietà con Alberto Marina e Gimmy incarcerati per questi reati assurdi di devastazione e saccheggio per i fatti di Genova2001. Quando una vetrina vale più di una vita umana.

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foto di Victor Serri

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G8: Londra per Alberto e Marina

di , 10 giugno 2013 08:06

AGAINST REPRESSION BACK 2

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Arrestato a Barcellona Gimmy

di , 6 giugno 2013 13:26

Francesco Puglisi detto Gimmy arrestato ieri a Barcellona è stato trasferito nel carcere di Madrid. Entro 30 giorni verrà mandato in Italia. Puglisi è stato condannato per i fatti di Genova 2001 ai reati di devastazione e saccheggio lo scorso 13 luglio e dovrà scontare 13 anni di carcere. Uno sproposito di anni che arriva nel giorno dell’assoluzione per i poliziotti accusati dell’omicidio di Stefano Cucchi. L’ennesima conferma che in questo paese una vetrina vale più di una vita umana. Oggi presidio a Barcellona di solidarietà per Gimmy.

Da l’avanguardia

Madrid (Europa Press).- Agentes de la Policía Nacional han detenido a un ciudadano italiano huido desde julio del pasado año y condenado a doce años de prisión por delitos relacionados con la tenencia y uso de armas de guerra y explosivos. Se le encuadra en grupos antiglobalización y de la izquierda italiana.

El arrestado es Francesco Puglisi, alias ‘Molotov‘ y nacido en Catania (Italia) en 1974, que se encontraba encausado en varios procedimientos penales por su participación activa en los graves incidentes ocurridos en Génova en el año 2001 durante la celebración de la Cumbre del G-8. Prosegui la lettura 'Arrestato a Barcellona Gimmy'»

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Genova2001 domiciliari per Ines

di , 29 maggio 2013 13:49

Messina, 28 maggio 2013 – Nella mattinata di ieri, i militari della Compagnia Carabinieri di Messina Centro hanno dato esecuzione ad un provvedimento emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Genova, a carico di Ines, nata e residente a Messina, cl. 1970.

In particolare, i militari dell’Arma hanno notificato alla citata Ines un ordine di esecuzione per espiazione di pena definitiva, emesso il 25 maggio u.s., con il quale la prevenuta è stata condannata alla pena definitiva di 3 anni e 6 mesi di reclusione, poiché ritenuta responsabile dei reati di devastazione e saccheggio, per fatti commessi nel corso del G8 di Genova nel mese di luglio 2001.

Dopo le formalità di rito, su disposizione dell’A.G. mandante, Ines è stata accompagnata presso il proprio domicilio e sottoposta al regime di detenzione domiciliare.

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24 maggio: un convegno su libertà di conflitto

di , 12 maggio 2013 23:01

Libertà di conflitto

Il nemico interno: ordine pubblico e diritto penale da Genova 2001 ad oggi”

Convegno che si terrà il 24 maggio alle 17.30 al Teatro Valle Occupato
partecipano

Radiondarossa e la campagna 10×100
Francesco Romeo; Ezio Menzione (avvocati)
Donatella Della Porta (sociologa)
Eligio Resta (giurista)
Osservatorio contro la repressione
Supporto legale

Tra settembre ed ottobre 2012 sono state depositate le motivazioni delle sentenze di cassazione per due dei processi istruiti a seguito dei fatti occorsi a Genova nel 2001 durante lo svolgimento del G8. La prima è quella riguardante l’irruzione delle forze di polizia nella scuola Diaz. La seconda si riferisce al processo di 10 manifestanti accusati dei reati di devastazione e saccheggio.
Quello che accadde a Genova tra il 20 e il 22 Luglio 2001 è cosa che ha segnato in modo indelebile la storia recente di questo paese a cui nessuna sentenza, per quanto definitiva, potrà mai porre la parola fine. Prosegui la lettura '24 maggio: un convegno su libertà di conflitto'»

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31 maggio al csoa Auro e Marco

di , 11 maggio 2013 13:52

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31 MAGGIO FIRENZE CONTRO DEVASTAZIONE E SACCHEGGIo

di , 11 maggio 2013 07:55

firenze_tatoo
Devastazione e saccheggio. Si, la devastazione e il saccheggio quotidiano della nostra vita, della nostra terra e del nostro futuro.

Prosegui la lettura '31 MAGGIO FIRENZE CONTRO DEVASTAZIONE E SACCHEGGIo'»

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Jello Biafra per Alberto e Marina

di , 17 aprile 2013 08:30

Un saluto da San Francisco da Jello Biafra, fondatore dei Dead Kennedys, a Marina e Alberto rinchiusi in carcere da luglio dell’anno scorso per i fatti di Genova 2001. Entrambi come altre 8 persone sono state condannate in Cassazione con il reato di devastazione e saccheggio.

Se non vedi i sottotitoli in italiano, clicca su “captions” nella barra in basso del video.

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