Category: rassegna stampa

“I poliziotti del G8 risarciscano lo Stato”

di , 6 febbraio 2014 09:31

Dal Fatto Quotidiano del 5/02/2014 di Ferruccio Sansa 

resizeUna delle immagini simbolo del G8: il funzionario della Digos di Genova, Alessandro Perugini, in jeans e polo gialla, che colpisce con un calcio in faccia un ragazzo. “L’ho solo sfiorato”, raccon- terà. Le foto del volto del gio- vane, orrendamente tumefatto, dimostreranno il contrario. Per quel calcio, per quello che avvenne in quei momenti, ieri la Procura della Corte dei Conti di Genova ha chiesto mezzo milione di danni a Perugini e ad altri quattro agenti in servizio con lui a Genova. Una decisione clamorosa: Perugini e i suoi colleghi devono rispondere per il danno di immagine provocato allo Stato e al corpo di Polizia. Non solo: la terribile vicenda del calcio da un punto di vista penale si risolse in nulla. II ragazzo – risarcito privatamente – decise infatti di non sporgere denuncia. Perugini (nel frattempo promosso, come tanti poliziotti coinvolti nei processi del G8) è stato invece condannato in appello a un anno per il falso compiuto subito dopo le violenze: il ragazzo infatti, dopo essere stato pestato, era anche stato arrestato perché accusato di aver lanciato pietre contro gli agenti. Una versione smontata da testimonianze (tra le quali quella di Jovanotti) e da immaginati girate quel giorno. Ma adesso la Corte dei Conti bussa alla porta: mezzo milione per danno all’immagine. La notizia arriva il giorno do- po quella rivelata ieri da Repubblica e dal Secolo XIX: la Procura della Corte dei Conti ha infatti chiesto 350mila euro di danni agli agenti e ai funzionari di polizia responsabili della selvaggia aggressione al giornalista inglese Mark Covell durante l’irruzione nella scuola Diaz. A quei poliziotti, quindi, scampati alla condanna penale grazia all’omertà di corpo, scambiata per spirito di corpo (i giudici dovettero prendere atto dell’impossibilità di individuarli). Ma sembra arrivata l’ora di saldare i conti. Almeno dal punto di vista patrimoniale. La cifra in questo caso è di 350.000 euro, quella che il ministero dell’Interno, a seguito di una transazione, aveva dato a Covell a titolo di risarcimento danni. Ma la vergogna G8 per la polizia non è ancora cancellata. Resta la paradossale vicenda di Michelangelo Fournier. Il vicequestore che, unico, intervenne per fermare il pe- staggio selvaggio della Diaz. Quello che cercò di fare un minimo di chiarezza al pro- cesso parlando di “macelleria messicana”. Tra tutte le azioni disciplinari avviate dopo il G8, quella contro Fournier è quella che è andata più avanti.

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

G8 2001 Condanna in appello l’ex questore Colucci per falsa testimonianza.

di , 17 dicembre 2013 11:59

E’ stato condannato oggi a 2 anni e 8 mesi l’ex questore di Genova Francesco Colucci per avere reso falsa testimonianza durante il processo sulla mattanza della polizia nella scuola Diaz durante il G8 di Genova del luglio 2001. Colucci in quell’occasione aveva ritrattato quanto detto in precedenza per tenere lontano dalla vicenda l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro. Il pm Enrico Zucca aveva chiesto 2 anni, ma il giudice invece ha constatato delle aggravanti condannandolo a 2 anni e 8 mesi.

Il commento dell’avvocato Emanuele Tambuscio Ascolta

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

Condanna per Vincenzo Canterini

di , 24 novembre 2013 10:53

Dal secolo XIX

Roma – La Corte di Cassazione ha confermato la condanna, a carico dell’ex dirigente della polizia Vincenzo Canterini e del Viminale, a risarcire quattro avvocati che al G8 di Genova del 2001, nonostante indossassero la casacca gialla degli osservatori appartenenti all’Associazione Giuristi Democratici, senza motivo furono spruzzati con ga surticante da Canterini, allora comandante del Settimo nucleo sperimentale antisommossa del Primo reparto mobile di Roma.

L’entità del risarcimento - scrive la Suprema Corte nella sentenza 46787 depositata oggi e relativa all’udienza svoltasi lo scorso 14 giugno – sarà quantificata in sede civile. Ha diritto a un risarcimento anche l’Associazione Giuristi Democratici alla quale era iscritto Marco Vano, una delle vittime - con Gianluca VitaleNicola Leori Martino Schiavetti - della violenza di Canterini. Il verdetto della Cassazione ha rilevanza ai soli fini risarcitori perché è intervenuta, in appello, la prescrizione dei reati contestati Canterinicondannato in via definitiva anche nel processo per le violenze alla scuola Diaz. Prosegui la lettura 'Condanna per Vincenzo Canterini'»

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

Poche mele marce: da Bolzaneto allo stupro

di , 1 ottobre 2013 19:16

BVgjm_vCAAA2Z37Da Romatoday

E’ stato condannato a 12 anni e mezzo di reclusione per stupro l’assistente capo di polizia Massimo Luigi Pigozzi. Questa la decisione della terza sezione penale della Cassazione. Pigozzi, già condannato a tre anni e due mesi per le violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto nei giorni successivi al G8 di Genova del 2001, dovrà anche risarcire una delle vittime delle violenze sessuali avvenute durante il servizio prestato presso la Questura di Genova.

VIOLENZE IN QUESTURA - Al centro di questo secondo processo a carico dell’agente già sul “libro nero” del G8 del 2001, le violenze sessuali avvenute ai danni di donne in stato di fermo mentre si trovavano nella camera di sicurezza della Questura del capoluogo ligure. Pigozzi, che nel procedimento sui fatti di Bolzaneto venne ritenuto responsabile di aver letterlmente strappato una mano al manifestante Giuseppe Azzolina, era stato condannato già in primo grado che in appello e la sua condanna per violenza sessuale aggravata e abbandono di posto di servizio è ora stata confermata dalla Suprema Corte.

CONDANNATO ANCHE LO STATO - I giudici di secondo grado avevano escluso la responsabilità civile del ministero dell’Interno ma la Cassazione ha accolto il ricorso di una delle donne vittima di violenza, una straniera costituitasi parte civile nel processo, e condannato il Viminale a risarcirla.

IL RICORSO - La donna vittima di violenze, nel suo ricorso, aveva rilevato che “le mansioni svolte dall’imputato hanno grandemente agevolato la condotta criminosa”, addebitando “allo Stato una culpa in vigilando” per aver dato a Pigozzi un “compito delicato – si sottolineava nel ricorso – benché fosse già stato condannato per episodi di violenza gravissima contro soggetti fermati (fatti verificatisi a Genova in occasione del G8)”. 

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

Il coraggio di genova

di , 4 gennaio 2013 10:44

Da zeroviolenzadonne

IL CORAGGIO DI GENOVA è una Maratona di articoli e testimonianze sui fatti di Genova 2001 e a sostegno della Campagna 10X100.

GENOVA NON È FINITA. DIECI, NESSUN@, TRECENTOMILA…
Appello alla società civile e al mondo della cultura
La gestione dell’ordine pubblico nei giorni del G8 genovese del luglio del 2001, rappresenta una ferita ancora oggi aperta nella storia recente della repubblica italiana.
Dieci anni dopo l’omicidio di Carlo Giuliani, la “macelleria messicana” avvenuta nella scuola Diaz, le torture nella caserma di Bolzaneto e dalle violenze e dai pestaggi nelle strade genovesi, non solo non sono stati individuati i responsabili, ma chi gestì l’ordine pubblico a Genova ha condotto una brillante carriera, come Gianni De Gennaro, da poco nominato Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Leggi il resto dell’APPELLO e FIRMA!Scarica e Diffondi i materiali della campagna

Contributi e articoli

- La campagna 10×100 non è finita
- Dal carcere di perugia una lettera di Fagiolino
- L’oblio di Genova, di Lorenzo Guadagnucci
- Tu che straparli di Carlo Giuliani, conosci l’orrore di Piazza Alimonda?, da Giap
- Genova. Condanne inutili ed inique, di Fabio Marcelli
- Il trauma di Genova, di Ambrogio Cozzi
- Genova 2001 e la sentenza 10×100. Orizzonti di gloria, di Wu Ming 4
- La violenza sotto la pelle dello Stato, di Monica Pepe
- Devastazione e saccheggio. Analisi di un reato politico
- Dopo Diaz: per una nuova generazione di forze dell’ordine, di Fabio Marcelli
- Genova 2001: uno straordinario fallimento, di Fabrizio Crasso
- Philopat e Genova 2001: «Io sono tutto questo disastro», da Giap
- Aspettando il 13 luglio, di Giorgio Salvetti
- Quando i fatti non contano, di Enrico Zucca
- G8, Zucca contro la Cassazione: “De Gennaro assolto, prova di forza”, di Marco Preve
- “Devastazione e saccheggio”, ancora la vendetta Genova, di Valerio Renzi
- Il ritorno della belva, di Franco Bifo Berardi
- Undici anni meno un mese, da Psikosomatica
- Genova, Europa, di Roberto Musacchio
- Dialogo con Daniele Vicari, di Monica Pepe
- Uno di quei dieci è Luca, di Mauro Vanetti
- Io a Genova non c’ero, di Luca Cardin
- A piazza Carlo Giuliani, ragazzo, di Rosario Dello Iacovo
- Genova 2001, l’orrore e lo stupore
, di Grazia Fracescato
- Genova non è finita
, Il commento di Nunzio D’Erme
- Lo “spirito di Genova” vive ancora
, di Francesco Caruso
- Genova, i giorni che ci hanno cambiato
, di Lorenzo Misuraca
- Genova è dentro di noi, di Graziella Mascia
- E loro andarono alla Diaz, di Elettra Deiana
- Genova, la vera storia
, di Ramon Mantovani
- Genova il ritorno della vera politica
, di Alfio Nicotra
- G8 di Genova, mistero italiano. Quattro domande senza risposta
, di Mario Portanova
- Genova G8-Blu notte, di Carlo Lucarelli
- “La polizia ha fallito”
- Napoli 2011, il precedente
, di Gianni Barbacetto
- Black bloc e tenerezza
, di Enzo Baldoni

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

Genova 2001: il difficile cammino della giustizia

di , 11 luglio 2012 15:21

di Lorenzo Guadagnucci, Comitato Verità e Giustizia per Genova, tratto da zeroviolenzadonne

Ora che un po’ di giustizia è stata fatta e che alcuni alti dirigenti di polizia sono stati obbligati a lasciare gli incarichi, sta diventando molto chiaro quanto è difficile per il nostro paese fare davvero i conti con il G8 di Genova del 2001. Nemmeno una sentenza passata in giudicato, a ben undici anni dai fatti, ha spinto il sistema istituzionale a guardare dentro se stesso e riconoscere i propri buchi neri, la propria incapacità di garantire i diritti fondamentali e il sacrosanto principio d’uguaglianza.

Le condanne al processo Diaz sono state accolte nei palazzi del potere con stupore e con freddezza. Dal mondo politico parlamentare non si è alzata una sola voce per indicare la via maestra delle necessarie riforme, rese urgenti dalla decisione della Cassazione: una legge sulla tortura, la riconoscibilità degli agenti in servizio di ordine pubblico, la creazione di un organismo indipendente di tutela dei diritti umani. E si è permesso al capo della polizia di cavarsela con goffe dichiarazioni di scuse e al suo predecessore, nel frattempo incredibilmente salito a responsabilità di governo, di ostentare solidarietà con i condannati e di rifiutare, per l’ennesima volta, una seria e leale assunzione di responsabilità.

Non stiamo dunque uscendo dagli scempi di Genova G8 camminando lungo la strada della giustizia autentica. Abbiamo solo sprazzi di una giustizia lenta e insicura. I tribunali condannano sì decine di funzionari (fra Bolzaneto, Diaz e altre vicende improriamente dette minori) e passano certo alla storia per il “coraggio” (ma applicare la legge dovrebbe essere “normale”) mostrato nell’inibire per 5 anni i dirigenti più esposti, ma non si è innescato ciò che costituisce la vera missione della magistratura, cioè un controllo indipendente, con gli strumenti giurisdizionali, volto a far sì che chi sbaglia non solo paghi ma impari la lezione e prenda provvedimenti conseguenti.

L’allontanamento dei dirigenti condannati è frutto della pena accessoria inflitta dal tribunale di secondo grado e confermata dalla cassazione: altrimenti niente sarebbe accaduto. Prova ne sia la permanenza in servizio di funzionari condannati in via definitiva e ancora al loro posto. D’altronde si è ignorata per anni la regola dettata dalla Corte europea per i diritti dell’uomo, la quale dice che i funzionari rinviati a giudizio devono essere sospesi e poi rimossi in caso di condanna (che ci siano o meno le pene accessorie).

Non siamo sul cammino della giustizia perché non possiamo dimenticare il mancato processo per l’omicidio di Carlo Giuliani e perché il 13 luglio rischia davvero di consumarsi un’altra ingiustizia. Verso i 25 manifestati chiamati in causa, è stato costruito in questi anni un “processo esemplare”, chiamato di fatto a compensare, agli occhi dell’opinione pubblica, i procedimenti avviati contro decine di agenti e funzionari delle forze dell’ordine. Sono rimasti in ballo, alla vigilia del terzo grado di giudizio, una decina di cittadini, sui quali rischia di ricadere tutto il peso della “ragion di stato”. Cosa c’è di più ingiusto di una sorte del genere? A questi imputati sono state inflitte pene così alte, rispetto ai fatti contestati, da lasciare increduli: fino a 13 anni. E il confronto con le pene inflitte agli altissimi dirigenti condannati per il caso Diaz rende ancora più dolorosa la prospettiva di una conferma del giudizio di secondo grado, perché qui non ci sono prescrizioni salvifiche.

Già sappiamo, comunque vada il 13, che dovremo batterci per una riforma in più oltre a quelle già indicate, e cioè una revisione, o meglio la cancellazione dell’odioso reato di devastazione e saccheggio, un reato anacronistico e punitivo, in termini di previsioni di pena, oltre ogni ragionevolezza.

La Corte di Cassazione, quando è stata chiamata a giudicare sui processi scaturiti da Genova G8, ha mostrato indipendenza (il 5 luglio) e una bella dose di fantasia (con l’assoluzione del prefetto De Gennaro, decisa con motivazioni poco ortodosse rispetto ai meri compiti istituzionali di valutazione delle questioni di legittimità). A così breve distanza dal giudizio, dobbiamo augurarci che stavolta i giudici di cassazione agiscano con saggezza e riportino sui binari della ragionevolezza un giudizio che rischia altrimenti di trasformarsi in un’inutile vendetta.

* Comitato Verità e Giustizia per Genova

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

Genova 2001: uno straordinario fallimento

di , 10 luglio 2012 10:01

tratto da zeroviolenzadonne

A pochi giorni e ore dalla sentenza di quello che per anni gli attivisti di supporto legale hanno chiamato il “nostro processo”, non è facile fare considerazioni. Non è facile perché la vita di una decina di persone potrebbe essere definitivamente rovinata. Non è facile perché la retorica è dietro l’angolo.
Del resto in questi 11 anni abbiamo detto, raccontato, fatto di tutto, senza suscitare la giusta attenzione.

Genova 2001 è stata uno straordinario fallimento, mi ripeto spesso.
Straordinario perché un movimento così vasto e orizzontale non lo vedevamo da anni e probabilmente non lo rivedremo tanto presto. Un movimento sicuramente contraddittorio, diverso, mutevole, eppure capace di organizzarsi come non mai.
Un fallimento perché lo stesso movimento non è stato capace di leggere la situazione e la trappola che stavano costruendo. Praga, Goterborg e soprattutto Napoli erano stati dei segnali chiari su cosa poteva attenderci.
L’entusiasmo, il calcolo politico, la solita improvvisazione probabilmente ci avevano reso abbastanza ottusi.
Mentre si lanciavano dichiarazioni di guerra dall’altra parte c’era un esercito composto da tutte le FDO che da mesi si stava preparando a farla questa guerra. E così è stato. Prosegui la lettura 'Genova 2001: uno straordinario fallimento'»

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

Tutti assolti per il Processo del Sud Ribelle

di , 21 giugno 2012 09:21

Dopo 10 lunghi anni finalmente si conclude il processo del Sud Ribelle con un’assoluzione piena

(AGI) – Roma, 21 giu. – A finire sotto processo erano stati Francesco ed Emiliano Cirillo, Luca Casarini, Francesco Caruso, Salvatore Stasi, Antonino Campenni’, Anna Curcio, Michele Santagata, Lidia Azzarita, Giuseppe Fonzino, Alfonso De Vito, Claudio Dionesalvi e Vittoria Oliva, oggi tutti definitivamente assolti. La Procura generale di Catanzaro, nel suo ricorso, chiedeva di azzerare il processo, ritenendo violata la procedura penale perche’, in primo grado, dopo il trasferimento del presidente del collegio giudicante, il procedimento era stato spostato in un’altra sezione della Corte d’assise di Cosenza. Anche l’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza del Consiglio dei ministri, si era associata a questa tesi. Il pg di Cassazione, Nicola Lettieri, nella sua requisitoria di questa mattina, aveva invece chiesto il rigetto del ricorso. (AGI) Oll/Mom 212113 GIU 12 NNNN

Leggi la storia del processo

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

Lancio della campagna 10×100

di , 12 giugno 2012 15:29

Oggi a Piazza Cavour lancio della campagna 10×100. Firma l’appello anche tu per chiedere l’annullamento della condanna per devastazione e saccheggio per tutti gli imputati e le imputate accusati per i fatti di Genova2001.

Leggi anche
La Repubblica –   L’unità - E-Ilmensile - Ilfattoquotidiano  - L’infiltrato - Amisnet - Radiondarossa - RadioOndad’urto  - L’altra città - Il manifesto - Paese Sera - RadioBlackOut

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

Panorama Theme by Themocracy