Category: 10×100

Genova: iniziano le cause civili per i risarcimenti

di , 16 novembre 2013 11:04

Da Repubblicait

Sono le avanguardie di una nuova slavina giudiziaria che investirà il tribunale di Genova e il ministero dell’Interno. Nei giorni scorsi sono state depositate le prime cause civili contro il Viminale da parte di sei parti offese, manifestanti italiani e stranieri, che dovettero subire l’intera via crucis del G8 genovese del 2001: le botte, il terrore e le false accuse alla Diaz e poi ancora le botte, il terrore e le umiliazioni nel carcere speciale allestito nella caserma di Bolzaneto.

I loro legali nei giorni scorsi hanno depositato le citazioni corredate di documentazione e richieste. In media le istanze di risarcimento, sia per le sofferenze morali che per le conseguenze fisiche, si aggirano attorno ai 200 mila euro a testa. Considerato che le parti offese della Diaz sono 94 e 154 quelle di Bolzaneto, le cifre richieste potrebbero oscillare tra i 20 e i 30 milioni di euro.

Alcuni avvocati hanno anche depositato, a corredo e sostegno di quanto patito dai loro clienti, il dvd del film “Black block” del genovese Carlo A. Bachschmidt che fu uno degli attivisti del Supporto Legale, il gruppo che visionò e catalogò migliaia di immagini e frame di video della notte della “macelleria messicana”. Il film, pluripremiato in Europa, è infatti basato sulle testimonianze dirette di alcune delle vittime.
I primi ad intentare causa sono stati manifestanti inglesi, neozelandesi, spagnoli ed Enrica Bartesaghi, la madre di Sara, una delle ragazze più giovani arrestate e picchiate. Enrica Bartesaghi è anche la portavoce del Comitato Verità e Giustizia per Genova.

Le azioni civili partono oggi, dopo che sono state rese note le motivazioni della sentenza con cui la Corte di Cassazione ha confermato le condanne d’appello nei confronti dei funzionari di polizia, colpevoli di aver falsificato i verbali di arresto e di sequestro per tentare di coprire le brutalità ingiustificate dei celerini. Questi ultimi, grazie alla prescrizione hanno evitato la condanna penale ma non la responsabilità civile.

Il ministero dell’Interno aveva già pagato le provvisionali della Diaz dopo la sentenza d’appello, probabilmente nella speranza di alleggerire la posizione dei super- poliziotti. Non sono invece, state saldate con la stessa celerità le spese legali degli avvocati delle parti offese. E qualcuno ha così deciso di avviare il pignoramento nei confronti dei condannati.

Ottenendo subito un pagamento degli onorari: è capitato con Spartaco Mortola ex capo della Digos di Genova e più di recente con Gianni Luperi (uno degli imputati principali assieme a Franco Gratteri ex capo dello Sco) già dirigente dei servizi segreti che ha sborsato 30mila euro. La decisione di muovere causa direttamente al ministero, obbligherà il Viminale ad attivarsi per richiedere ai suoi ex dipendenti condannati il rimborso di quanto speso in risarcimenti e spese legali.

Anche se non può non apparire paradossale il fatto che, mentre vengono pagati 300 mila euro ad un avvocato difensore per l’assoluzione da un capo di imputazione di un funzionario condannato per le altre accuse, lo Stato abbia vergognosamente ritardato il pagamento delle provvisionali alle 154 parti offese di Bolzaneto. Solo in queste ultime settimane, alcuni di loro che hanno presentato reclamo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, si sono visti recapitare la lettera che annuncia l’arrivo dei soldi. Una mossa ipocrita dettata dalla necessità di non incorrere nelle sanzioni Ue.

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

di , 25 ottobre 2013 14:47

Aperitivo Solidale

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

Freccia La Fuorilegge Vol. 2

di , 12 ottobre 2013 08:21

copertinacompilaE’ uscita Freccia La Fuorilegge Vol. 2: per i compagni, contro la legge.
Compilation benefit per i condannati del G8 di Genova 2001. 20 gruppi, 40 tracce di punk-hardcore militante in solidarietà con i condannati per devastazione e saccheggio.

Per maggiori informazioni e per richiedere copie scrivi a:

grezzi.feroci@libero.it
cospirazione@distruzione.org

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

Giovedì 3 ottobre si torna a Genova

di , 2 ottobre 2013 15:11

 Udienza rinviata al 13 novembre ore 11

10x100_4Giovedì 3 ottobre si torna a Genova. Si torna a Genova per un processo d’ Appello che potrebbe concludere tutta la fase processuale che è seguita alle manifestazioni del G8 di Genova del 2001. Alla sbarra ancora i manifestanti che dopo la sentenza definitiva di Cassazione dello scorso 13 luglio sono stati condannati per i reati di devastazione e saccheggio. Per 5 di loro infatti, il prossimo 3 ottobre la Corte d’Appello di Genova dovrà valutare la concedbilità o meno dell’attenuante di pena dell’aver agito per «suggestione della folla in tumulto».

Nel frattempo, Marina, Alberto e Gimmy sono ancora in carcere mentre Ines è ai domiciliari.

Sono anni, questi, in cui la magistratura usa sempre con maggior frequenza gli strumenti normativi del codice Rocco, retaggio del regime fascista quali ad es. i reati di devastazione e saccheggio o quelli di attentato accanto all’arsenale normativo che si è andato via, via ampliando dal settembre 2001.

Proprio in questo mese di ottobre, a Roma, inizierà il più corposo dei processi per i fatti del 15 ottobre 2011, 18 imputati dovranno rispondere di reati molto gravi tra i quali devastazione e tentato omicidio; sempre per i fatti del 15 ottobre 2011 altre 7 persone sono già state condannate in primo grado per devastazione. Senza contare le decine e decine di processi a carico dei Notav che quotidianamente lottano contro la militarizzazione e la devastazione di un territorio minacciato da un’opera inutile imposta contro la volontà di chi la Valle la abita e non solo.

A 11 anni dai fatti del g8 di Genova a fronte dei dieci capri espiatori che sono stati condannati fino a 15 anni di carcere per devastazione e saccheggio, si contano: 222 procedimenti archiviati per violenze e torture commesse in strada da appartenenti alle forze dell’ordine, non è stato possibile identificare gli autori delle violenze; oltre 300 appartenenti alla polizia che sono entrati alla scuola Diaz ed hanno partecipato a quel massacro, sono rimasti fuori dal processo, non è stato possibile identificarli anche per gli ostacoli frapposti all’indagine dalla stessa polizia; gli appartenenti alle forze dell’ordine sono stati condannati per le violenze e le torture inflitte ai manifestanti a pene molto contenute e e per molti dei condannati i processi si sono prescritti. Alcuni di loro, ancora in servizio, hanno continuato a reiterato violenze e stupri. E poi ci parlano di poche mele marce.

Non è stato possibile, sempre per la reticenza degli imputati nei processi e dei protagonisti politici in sede di commissione d’indagine parlamentare, risalire lungo la catena di comando fino ad individuare i responsabili politici, i mandanti, di queste mattanze. Lo sappiamo lo Stato non processa se stesso. Ciononostante è facile indicarli, quei responsabili, nei soggetti che all’epoca avevano responsabilità di governo e, non potrebbe essere diversamente.

Per noi Genova non è finita e non finirà questo 3 ottobre. Continueremo a portare nelle aule dei tribunali la solidarietà alle ed agli imputati e, continueremo ad occupare le piazze ed a ribellarci contro lo stato di cose presenti. La solidarietà è un’arma, continuiamo a sostenere anche economicamente gli imputati e le imputate per genova 2001 e per i fatti del 15 ottobre.

Campagna 10×100 e Supporto legale

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

GENOVA NON È FINITA. 13 e14 luglio Due giorni di iniziative a Roma all’Ex Snia Viscosa via prenestina 173

di , 10 luglio 2013 16:55

13 e 14 luglio. Due giorni di iniziative a Roma

Ex Snia Viscosa

via prenestina 173

ancheSNIAsmall

A un anno dalla sentenza definitiva per Genova 2001, in solidarietà con i compagni/e sotto processo per i fatti del 15 ottobre 2011, con Alberto, Marina, Gimmy e Ines nel cuore.

Due serate benefit con dibattiti, musica, teatro, spazi di socialità e ristoro

Sabato 13 luglio Concerto con Bone Machines, e Blood ’77, a seguire dj set con Tutti Frutti Apocalypse a cura di Murder Farts e Lubna Barracuda.

Nel corso della serata esposizioni artistiche e performance.

Domenica 14 luglio dalle 19.00 Spazio aperto ai musicisti di strada con aperitivo nell’orto

dalle 20.00 Incursioni musicali di Laura Inserra

dalle 21.00 Il Rave Teatrale delle “Voci nel Deserto”  in “La raccolta differenziata della memoria” con la partecipazione di Ascanio Celestini

Radio Onda Rossa,  Campagna 10×100, CSOA ex SNIA

 

GENOVA NON È FINITA.

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

Dopo la sentenza Bolzaneto

di , 18 giugno 2013 13:19

Con la sentenza, ampiamente annunciata, si chiude anche il processo per i fatti riguardanti la caserma di Bolzaneto. A distanza di un anno dalla Cassazione per i fatti della Diaz e dal processo ai 10 tra compagni e compagne (3 attualmente in carcere per una lunga pena) un altro tassello va a comporre il mosaico della “verità giudiziaria” su Genova 2001. Ma non è l’ultimo tassello, anzi.

La settimana precedente, nel silenzio generale, accadevano due fatti altrettanto importanti:

mentre lo Stato, arrestava in Spagna Francesco Puglisi, uno dei condannati a 14 anni, per aver danneggiato cose, 222 denunce di manifestanti che chiedevano giustizia per essere stati picchiati in strada o arrestati senza motivo, venivano archiviati. Così, come se non fosse mai accaduto nulla. Del resto proprio venerdì, lo stesso Stato che non ha mai chiesto scusa per i fatti accaduti dentro la caserma di Bolzaneto, incassava in Cassazione un verdetto che stabilisce che i danni subiti dai manifestanti, e i conseguenti risarcimenti, dovranno essere rideterminati da un giudice civile per “assenza di prove”.

In questi 12 anni, non abbiamo mai pensato che Genova fosse una pagina chiusa. Ora che sostanzialmente tutti i procedimenti giudiziari sono arrivati al termine pensiamo che la storia genovese, che molti hanno avuto difficoltà a capire, si riflette giorno dopo giorno, dentro le caserme tanto quanto in piazza oltre a sancire un nuovo principio: colpire le cose è ben più grave che colpire una persona. Un omicidio vale, penalmente, meno di un uomo o una donna che danneggiano delle vetrine.

L’art.419, i reati per devastazione e saccheggio, usato come clava nei confronti di 10 manifestanti per condannarli a pene dagli 8 ai 15 anni, è un retaggio del codice Rocco. Un articolo nato a inizio secolo scorso per reprimere le rivolte popolari e usato da Genova in poi come arma di punizione nei confronti dei manifestanti, è diventato un articolo comodo per reprimere il dissenso: per il gli scontri del 15 ottobre 2011 a Roma, alcuni manifestanti sono stati già condannati pesantemente e altri rischiano tuttora di esserlo, il prossimo 27 giugno inizierà infatti un altro processo su quei fatti. Nelle caserme o nelle carceri i casi di “incidenti” sono emersi all’opinione pubblica, agitando sonni, solidarizzando con famiglie sconosciute e vittime della violenza o incuria di Stato.

Bolzaneto ieri, Bolzaneto oggi. Del resto in Italia non viene riconosciuta la tortura, motivo per cui quasi tutti gli accusati, hanno visto i loro reati andare in prescrizione. Genova 2001 ieri, Piazza Taskim oggi. L’Italia ha fatto scuola di formazione di repressione del dissenso anche in altri paesi, ma i media nostrani riconoscono le violenze soltanto a casa degli altri.

Quindi chiusa la parte processuale, chiusi i vari comitati che chiedono verità e giustizia, agli stessi che la nascondono e la negano, continueremo a lottare affinché Genova 2001 si attualizzi attraverso la cancellazione dei reati di devastazione e saccheggio e di quella parte del codice penale emanazione del codice Rocco. Stringendoci attorno a Marina, Alberto e Francesco, attualmente detenuti. Mantenendo vigile l’attenzione anche per i risarcimenti riguardanti Bolzaneto, che dopo 12 anni ancora devono essere riconosciuti. Solidarizzando con i 18 rimandati a giudizio per i fatti del 15 ottobre del 2011.

No, Genova non è finita. E’ tutti i giorni.

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

La “sindrome del black bloc”

di , 18 giugno 2013 12:25

Di Zeropregi (@zeropregi)
Lettera pubblicata su Il Manifesto del 18 giugno 2013

Caro Manifesto,
ora che con la cassazione di Bolzaneto si sono chiusi tutti i processi riguardanti Genova 2001 credo sia il momento di fare un ragionamento a 360°. Onestamente trovo fastidioso che sistematicamente vengano chiesti commenti esclusivamente ad Agnoletto e/o Casarini, perché quella storia lì è una storia molto più grande di loro, che non riguarda solo loro, una storia di cui, oltretutto, faticano tuttora a capire e comprendere la portata.
Al di là delle responsabilità politiche, che sono non tante, tantissime, rimarrei su quello che la lezione di Genova è realmente stata mentre scorrono immagini via streaming di Piazza Taksim, mentre tutti ci si riscopre solidali con i rivoltosi genovesi, compreso chi all’indomani del 21 luglio accusava parte di quella enorme composizione, di essere fatta di fascisti, infiltrati, violenti, etc etc. La sindrome del Black Bloc ha bloccato e impantanato le manifestazioni degli anni successivi, immobilizzando un movimento nella dicotomia violenza/non violenza, come se il tutto fosse un problema di schieramenti e non di pratiche o di percorsi politici e radicali.
Se ora ci ritroviamo con 10 persone (di cui 3 in carcere) con condanne che vanno dagli 8 ai 15 anni è anche grazie al fatto che nessuno ha voluto assumersi la loro difesa. Abbiamo preferito formare comitati che chiedevano verità e giustizia, legittimo sia chiaro, ma creando un cortocircuito: come è possibile chiedere verità e soprattutto giustizia, a uno Stato che negli anni, attraverso i propri corpi delle FDO, ha insabbiato, coperto, depistato e soprattutto promosso i “protagonisti” delle giornate genovesi?
Invece di aprire una discussione e una riflessione sulla pericolosità del reato di devastazione e saccheggio (art 419) o sul fatto che sia assente il reato di tortura dal nostro codice penale, si è preferito creare steccati e dare patenti di legittimità tra le diverse pratiche di piazza, come se una fosse migliore di tutte le altre. A prescindere. Abbiamo dovuto avere i casi Aldrovandi, Uva, Bianzino e Cucchi, per accorgerci che si può morire durante un fermo, in caserma o in carcere. Per accorgerci che si può essere torturati senza che nessuno venga nemmeno accusato di nulla, in quel caso si tratta di “eccessi”.
Neanche abbiamo avuto il coraggio di aprire una riflessione o una discussione sul come stare in piazza, sul come tutelarci, sul come non morire più o essere condannanti a 15 anni per aver danneggiato cose. Niente di tutto questo.
Per fortuna la lezione Valsusina insegna che si può essere radicali, decisi e compatti. Che non si deve per forza trovare una mediazione con chi con te non vuol mediare. Che non serve accattivarsi i media mainstream perché tanto al momento opportuno sapranno con chi schierarsi e non succede mai che si schierino con i Movimenti.
Chiudo pensando prima di tutto a Marina, Alberto e Gimmy, attualmente in carcere per i fatti del G8. Ma soprattutto sperando che Il Manifesto non si accontenti di narrare solo la cronaca, ma che dia spazio alla riflessione e alla discussione.

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

Da Bercellona per 10×100

di , 10 giugno 2013 08:25

Da Barcellona per la campagna 10×100 in solidarietà con Alberto Marina e Gimmy incarcerati per questi reati assurdi di devastazione e saccheggio per i fatti di Genova2001. Quando una vetrina vale più di una vita umana.

IMG_4139

 

foto di Victor Serri

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

G8: Londra per Alberto e Marina

di , 10 giugno 2013 08:06

AGAINST REPRESSION BACK 2

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

Arrestato a Barcellona Gimmy

di , 6 giugno 2013 13:26

Francesco Puglisi detto Gimmy arrestato ieri a Barcellona è stato trasferito nel carcere di Madrid. Entro 30 giorni verrà mandato in Italia. Puglisi è stato condannato per i fatti di Genova 2001 ai reati di devastazione e saccheggio lo scorso 13 luglio e dovrà scontare 13 anni di carcere. Uno sproposito di anni che arriva nel giorno dell’assoluzione per i poliziotti accusati dell’omicidio di Stefano Cucchi. L’ennesima conferma che in questo paese una vetrina vale più di una vita umana. Oggi presidio a Barcellona di solidarietà per Gimmy.

Da l’avanguardia

Madrid (Europa Press).- Agentes de la Policía Nacional han detenido a un ciudadano italiano huido desde julio del pasado año y condenado a doce años de prisión por delitos relacionados con la tenencia y uso de armas de guerra y explosivos. Se le encuadra en grupos antiglobalización y de la izquierda italiana.

El arrestado es Francesco Puglisi, alias ‘Molotov‘ y nacido en Catania (Italia) en 1974, que se encontraba encausado en varios procedimientos penales por su participación activa en los graves incidentes ocurridos en Génova en el año 2001 durante la celebración de la Cumbre del G-8. Prosegui la lettura 'Arrestato a Barcellona Gimmy'»

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter
Print Friendly

Panorama Theme by Themocracy