Dal carcere di Perugia una lettera di Fagiolino

di , 2 settembre 2012 18:47

Ciao,

Malgrado gli 11 anni trascorsi è ancora ben chiaro nella mia mente il ricordo che ci portò in quelle giornate a Genova, eravamo felici e pieni di speranze, eravamo più di 300.000 mila, tutte e tutti con la voglia di contestare i potenti, tutti e tutte con la voglia di costruire un mondo diverso (nel nome di un così detto movimento dei movimenti). Poi purtroppo qualcosa è andato storto, se così vogliamo dire, ed è successo quello che è successo: le violenze, i massacri e la morte (omicidio di Stato) di uno di noi, il nostro caro Carlo. Mi ricordo anche molto bene l’ipocrisia di chi giù in quei giorni cominciava a cavalcare l’onda dividenti i buoni da cattivi.

Il dopo Genova fu poi caratterizzato da quell’accanimento, da quella caccia alle streghe da parte della magistratura nei confronti di 25 tra compagni e compagne con l’accusa assurda del reato di devastazione e saccheggio.

A seguire poi il buio più completo, fino a quel 2008 quando la Corte d’Appello portò da 25 a 10 i compagni e le compagne accusate per quell’abominevole reato e, ricordo ancora bene quello che si percepiva dalla dichiarazione (in rete) rilasciata da Casarini dopo la sentenza, i “suoi 15″, i manifestanti modello e per questo giustamente assolti (alla faccia della solidarietà militante!).

Gli altri 10 invece cani sciolti, brutti, zozzi e cattivi e, così giustizia fu fatta. 10 per lo più anarchici, i subbugliatori du 300.000 persone e, non lo dico per vittimismo, forse sarà una coincidenza o forse un dato di fatto, chissà…?

Poi di nuovo calarono le tenebre e tutto andò al dimenticatoio sino alla sentenza finale del 13 luglio del 2012 quando la Cassazione confermò per noi 10 la condanna per il reato di devastazione e saccheggio (con pene dai 7 ai 15 anni di reclusione).

Ed ora, momentaneamente dietro alle sbarre siamo in 2 io e Marina, quella sorella che ho sempre desiderato avere e che non ho mai avuto la possibilità di conoscere.

Ma che sia ben chiaro, io no vivo di rancore perché ho ben chiaro chi è il mio nemico e, colgo l’occasione per ringraziare dal profondo del mio cuore chi comunque in questi anni c’è stato sempre vicino, come chi si è prodigato in questo ultimo periodo con le poche forze rimaste ad aprire e portare avanti la campagna 10×100.

Ma, adesso la cosa più raccapricciante è che con questa sentenza si è venuto a creare un precedente confermato dalla Corte di Cassazione e da ora in poi (e mi auguro che non sarà così) chi oserà ribellarsi, chi oserà difendere la propria dignità e chi scenderà nelle piazze per lottare dovrà convivere con l’idea di questo alone repressivo nascosto dietro l’angolo e pronto a colpire in qualsiasi momento.

Malgrado la prigionia, io cerco di resistere e tenere duro grazie anche alla vostra solidarietà che mi state dimostrando in questi giorni e che non mi fa sentire solo. Non sarà sicuramente questo sequestro legalizzato a frenare la mia voglia di far “saltare” questo ingranaggio del potere e costruire insieme un mondo diverso.

Un forte abbraccio a tutti e tutte e, con Renato sempre nel cuore.

In ogni caso, nessun rimorso.

Alberto

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2 commenti per “Dal carcere di Perugia una lettera di Fagiolino”

  1. aurora d'agostino scrive:

    Resisti, Fagiolino. Hai ragione, è raccapricciante il portato di questa sentenza nei confronti di tutti i movimenti. Ma non posso nascondere che a chi, come me, ha affrontato per anni quel processo badando bene a non prestarsi ad alcuna divisione tra “buoni ” e “cattivi”, le illazioni su quanto qualcuno ha pensato di poter percepire sulla rivendicazione dei 15 “manifestanti modello” contrapposti ai 10 grezzi anarchici fanno un po’ rabbia. Spero che qualcuno te le dica, che magari tu abbia occasione, in questo tempo forzato che ti tocca vivere in cella, di leggerti gli atti, i verbali, di quel processo. In cui abbiamo fatto tanta fatica (ed abbiamo anche spesso litigato) proprio perchè il collegio di difesa riuscisse a raggiungere un risultato difficile ed insperato: quello di difendere collettivamente posizioni certamente diverse, senza mai consentire all’accusa di infilarsi a dividere. E ce l’abbiamo fatta, nonostante quel che pensi. Con grande fatica.
    I 15 erano stati condannati, anche se per loro, dato quanto era avvenuto in via Tolemaide, non era stato riconosciuta la responsabilità per il reato di devastazione e saccheggio. E la Corte d’appello non li ha assolti: ha semplicemente dichiarato non doversi procedere per intervenuta prescrizione.
    Alle divisioni, e questo anche dopo che tutti, ma proprio tutti, si erano mobilitati (hai ragione, forse troppo tardi) per impedire la Tua/vostra carcerazione, mi pare che purtroppo si prestino i Tuoi distinguo. Spiace.
    Aurora d’Agostino- legale di alcuni imputati del processo 25

  2. g.luca scrive:

    Concordo con Aurora D’agostino, le condanne sono abominevoli e purtroppo pagheranno in dieci la vendetta dello stato(e del capitale)per la forza messa in campo a Genova e in quegli anni dal movimento globale… Ma ricordo bene che in questi undici anni molto è stato fatto da ogni parte e in ogni angolo d’italia, prima per i 25, poi per i dieci rimasti al famoso processo ai 25. Se gli avvocati hanno fatto di tutto per non fare passare la logica buoni/cattivi, anche all’interno del movimento ci si è sempre spesi per tutti, il movimento nel suo complesso,”disobbedienti” compresi. Non cedere ai rancori e ritessere i fili del discorso è fondamentale per uscire a sinistra e dal basso a questa crisi e a non permettere più che l’ingiustizia compiuta con questa maledetta sentenza possa ripetersi.
    Continuerò/emo a lottare e a sostenervi in questi anni difficili.

    Un abbraccio forte
    g.luca

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