Dal carcere di Perugia su Genova 2001
Ciao sono un detenuto ristretto nel carcere di Perugia
vi scrivo perché in tanti anni di carcerazione ho visto molte cose che vanno oltre la costituzione italiana. Un particolare che mi ricordo è stata la manifestazione del G8 del 2001.
Mi trovavo ristretto nel carcere di Pavia in una sezione di alta sicurezza. Una mattina venivamo convocati nell’aria di socialità dove il comandante dell’Istituto ci riferiva che aveva avuto una comunicazione dal Ministero di Grazie e Giustizia che 25 detenuti dovevano essere trasferiti in un carcere in Sardegna perché gli serviva la sezione libera perché dovevano portare 8 detenuti che secondo lo stato avevano preso parte alla rivolta del g8.
Io per mia fortuna sono riuscito a rimanere nello stesso carcere in quanto svolgevo la mansione di spesino e cioè il lavorante che consegnava il sopravvitto che i miei compagni possono acquistare con i propri fondi disponibili, ma a una condizione che io dovevo recarmi davanti alle celle di questi ragazzi tra cui una donna e mettergli delle condizioni sulla loro spesa.
Io naturalmente mi rifiutai e venni minacciato di un eventuale trasferimento. Ma dato che ero uno dei più vecchi che lavoravano ai conti corrent sono riuscito a farmi bloccare il trasferimento e quindi il mio compito era solo quello di ritirare le loro richieste e consegnarle.
Ricordo che questi ragazzi non potevano avere nessun tipo di contatto se non altro con la presenza di un agente di polizia penitenziaria, ma la cosa che mi ha sorpreso è che la ragazza ha dovuto passarmi la sua richiesta da sotto il blindato e che la spesa gli venisse consegnata direttamente da un agente.
Posso solo dire che sono stati trattati peggio dei detenuti che sono a regime di 41bis.
Non potendosi acquistare niente al di fuori di generi che non potevano essere usati con i fornelli che possiamo acquistare all’interno di qualsiasi istituto, potevano solo acquistare acqua, sigarette, biscotti e latte il resto erano costretti a sopravvivere con il vitto che passava l’amministrazione penitenziaria. Posso farvi immaginare cosa si possa mangiare in un carcere, la tortura nella tortura.
La cosa più impressionante è che il lavorante che portava il vitto l’avevano obbligato a mettersi un passamontagna in testa in modo che non si poteva riconoscere il viso, cosa che il lavorante stesso si rifiutava di indossarlo e di conseguenza è stata costretta una guardia a passare il vitto mai aprendo il blindato ma da un piccolo spioncino. La fortuna di questi ragazzi è stata che sono riusciti ad uscirne nell’arco di 20 giorni perché noi detenuti comuni capivamo che erano trattati peggio delle bestie e che la sofferenza dentro un carcere è già insopportabile se sei un detenuto comune, loro l’hanno passata nel peggior modo che si possa trattare un essere umano.
La contentezza di tutti noi detenuti del carcere di Pavia è stata la notizia della loro scarcerazione facendogli sentire la nostra solidarietà sbattendo le sbarre per più di un’ora!
Concludo dicendo che nelle galere dovrebbero farci passare solo anche un giorno a quei signori politici per provare la sofferenza quella vera e non solo parole parole parole!!!
Ragazzi io sono con voi fino alla morte!!!
Un detenuto che ha vissuto questa brutta esperienza in prima persona,
ciao ragazzi!!